SABELLARIA
Nel decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 21 ottobre 2009, in cui viene istituita l’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano, la prima finalità preposta all’articolo 3 comma a è la seguente: «la tutela e la valorizzazione delle caratteristiche naturali, fisiche, chimiche e della biodiversità marina e costiera, con particolare attenzione alle biocostruzioni a Sabellaria halcocki» .
Ma chi è Sabellaria halcocki ?
E’ un animale con aspetto vermiforme che appartiene alla classe dei Policheti, la più antica filogeneticamente del phylum degli Anellidi; ha corpo cilindrico, allungato, un po’ schiacciato dorso-ventralmente, con simmetria bilaterale, è privo di zampe e le sue dimensioni medie sono dai 20 ai 40 mm.
Gli animali appartenenti a questa specie sono organismi biocostruttori in grado di costruire strutture permanenti rappresentate dall’aggregazione e sovrapposizione dei tubi in cui vivono e che essi stessi costruiscono. Esiste una relazione tra lo stato morfologico delle biocostruzioni, la struttura dell’assemblaggio degli animali con le scogliere e le condizioni ambientali. Questi animali possono essere definiti come degli “ingegneri” ecosistemici, la cui struttura di scogliera aumenta la complessità sia degli ambienti bentonici, sia della biodiversità della fauna associata.
La specie del genere Sabellaria più diffusa e conosciuta a livello internazionale e nazionale è Sabellaria alveolata. È diffusa in Mediterraneo; ma anche sulle coste atlantiche europee, in particolare in Francia e Inghilterra. Per quanto riguarda le coste italiane, banchi a Sabellaria alveolata sono riportati in alcune aree costiere della Campania (Golfo di Napoli, Salerno e Policastro), in Liguria e Toscana, in Sicilia e nel Lazio. La specie colonizza aree molto superficiali della costa, dal livello di bassa marea fino a 3-5m di profondità, dove l’energia del moto ondoso è la più elevata e permette la sospensione e mobilitazione delle particelle di sedimento, nonché del materiale organico di cui la specie si nutre per filtrazione. Altre due specie di Sabellaria, Sabellaria halcocki e Sabellaria spinulosa sono state segnalate nei mari italiani, ma esse costruiscono aggregati di minore entità. La presenza di Sabellaria halcocki nell’area costiera dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, al momento unico rinvenimento per il bacino adriatico, ha pertanto una notevole rilevanza dal punto di vista naturalistico, giustificando un’azione di tutela di questo patrimonio. Il rinvenimento di Sabellaria halcocki costituisce, inoltre, un’importante novità per il bacino adriatico, in quanto le altre specie di Policheti rinvenute, sono di piccole dimensioni e adattate alla vita interstiziale. Da analisi di confronti con le specie presenti sui substrati duri del Promontorio del Conero, è da notare la presenza di alcune specie rinvenute esclusivamente a Torre Cerrano. Infine, è da tenere in considerazione la distanza di tali substrati dalle più importanti aree di reclutamento larvale (Gargano e Conero), dal momento che questo dovrebbe comportare una marcata fragilità delle comunità, che per vivere nel tempo hanno bisogno di reclutamento esterno.
Per quanto riguarda le informazioni riguardanti il genere Sabellaria, queste fanno riferimento alla specie Sabellaria alveolata, ma sono presumibilmente estensibili anche a Sabellaria halcocki.
SCHEDA SCIENTIFICA
CLASSIFICAZIONE TASSONOMICA
Regno: Animalia
Phylum: Anellida
Classe: Polichaeta
Ordine: Canalipalpata
Sottordine: Sabellida
Famiglia: Sabellariidae
Genere: Sabellaria
Specie: Sabellaria halcocki
DESCRIZIONE MORFOLOGICA E ANATOMICA
I Policheti presentano una spaziosa cavità interna, il celoma. Durante lo sviluppo embrionale, terminata la fase di gastrula, l’embrione degli animali triblastici (tutti i phyla eccetto Poriferi e Cnidari) è formato da tre strati germinativi di cellule specializzate per la formazione di tessuti e organi differenti che, procedendo dall’esterno all’interno, sono denominati rispettivamente ectoderma, mesoderma, endoderma. Durante la fase di morfogenesi all’interno del mesoderma si forma una cavità definita celoma o cavità secondaria ( la cavità primaria è il blastocele della fase di blastula), che si posiziona tra il tubo digerente (formatosi dall’endoderma) e la parete esterna del corpo (di derivazione ectodermica). Nel caso dei Policheti il celoma si forma mediante un processo di schizocelia: scissione interna del mesoderma. Questa cavità è rivestita da epitelio di origine mesodermica e al suo interno sono situati gli organi interni. La cavità è ripiena di un liquido, il liquido celomatico, che può svolgere funzione di sostegno idrostatico, trasporto, raccolta di gameti.
Presentano un’organizzazione metamerica del corpo (tipica del phylum cui appartengono) : ripetizione seriale di segmenti corporei lungo l’asse antero-posteriore. Ciascun segmento è chiamato metamero. La metameria interessa anche gli organi interno (come il tubo digerente, la catena gangliare nervosa e il sistema escretore). I segmenti si differenziano morfologicamente:
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Il primo segmento è il prostomio, sul quale sono localizzati la bocca e gli organi di senso (occhi, antenne, cirri, palchi)
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Segmenti toracici privi di setti
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Segmenti addominali con setti sviluppati
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L’ultimo segmento è il pigidio in cui si apre l’ano.
Il termine Policheti (dal greco poli+chete = molte setole) evidenzia una delle caratteristiche peculiari di questi animali, ovvero la presenza di numerose strutture chitinose, simili a peli, dette setole o sete, situate alle estremità laterali dei segmenti corporei, in apposite tasche su strutture dette parapodi. La funzione delle sete è legata al movimento, all’adesione al substrato e allo spostamento lungo i tubi. Nelle forme sedentarie tubicole, le chete possono essere trasformate in uncini in modo da aumentare l’adesione al tubo. I parapodi sono appendici muscolari locomotrici dei segmenti del corpo, provviste di setole e cirri. Ciascun parapodio è costituito da due rami: ramo dorsale detto notopodio e ramo ventrale detto neuropodio. I rami sono sostenuti internamente dall’acicula, una grossa setola aghiforme alla cui base si inseriscono i muscoli motori.
ABITUDINI DI VITA E ALIMENTAZIONE
Animali bentonici, vivono associati al substrato o nel caso delle forme tubicole, all’interno di tubi di loro produzione. Sono filtratori. L’organo per l’alimentazione è composto da due parti inserite ventralmente in due lobi cefalici. In ciascun lobo, una scanalatura primaria raccoglie particelle e piccoli granelli di sabbia per essere condotti alla bocca. Ciascuna di queste scanalature primarie è divisa in scanalature secondarie. Due palpi sono inseriti ventralmente tra le labbra superiori. Ai bordi delle scanalature secondarie sono inseriti dei tentacoli. Quando il verme si alimenta, i tentacoli sono eretti nella colonna d’acqua sopra l’apertura del tubo.
RIPRODUZIONE
La riproduzione è, in genere, di tipo sessuale e avviene per liberazione di uova e spermi (gameti) o per accoppiamento. La riproduzione può essere anche asessuale per scissione binaria o per strobilazione. Lo sviluppo è indiretto per larva di tipo trocofora, nella quale vi è la presenza di tasche celomatiche già differenziate e metamerizzate. La trocofora è una larva planctonica a segmentazione spirale, tipicamente ciliata e liberamente natante; ha forma ovoidale ed è trasparente; presenta una corona di ciglia attorno all’equatore, il prototroco, che separa una porzione convessa o lobo preorale dal resto del corpo, e un ciuffo di ciglia sensorie posizionate all’estremità apicale; queste ciglia sono connesse con il ganglio cerebrale del rudimento del sistema nervoso della larva, che le consente di reagire più o meno efficacemente agli stimoli tattili e fisico-chimici provenienti dall’ambiente. Si nutre di particelle organiche e componenti del plancton, che convoglia alla bocca mediante l’attività della cintura mediana di cellule ciliate, il cui battito, oltre a svolgere la funzione trofica, permette alla larva di spostarsi attivamente nel mezzo. Alla bocca segue un rudimentale intestino che si apre con l’ano. Possiede un paio di organi escretori e due masse mesodermiche compatte. Lo sviluppo è caratterizzato dall’allungamento della parte posteriore che si segmenta progressivamente, si formano così, in seguito alla proliferazione delle cellule iniziali mesoblastiche o teloblasti, nuovi ammassi mesodermici ai lati del tubo digerente. Gli ammassi mesodermici man mano che si formano, si cavitano dando origine alla cavità celomatica. Questi segmenti primitivi sono gli abbozzi dei metameri dell’adulto; né il pigidio né i segmenti addominali differenziano celoma. La metatrocofora è lo stadio avanzato dello sviluppo della trocofora dei Policheti, che presenta segmentazione progredita e molteplici tronchi sovrapposti. Dopo parecchie settimane di vita planctonica, la trocofora perde le ciglia, cade sul fondo e qui assume un definitivo aspetto vermiforme.
LE BIOCOSTRUZIONI
Gli animali appartenenti alla specie Sabellaria halcocki sono organismi tubicoli, capaci di costruire i tubi in cui vivono. Questi tubi sono costituiti da granelli di sabbia e/o resti di conchiglie cementati da muco (sostanza organica ricca di P,Ca,Mg) secreto dall’animale stesso per mezzo di ghiandole poste sulla superficie ventrale di ciascun segmento corporeo. La composizione dei tubi è caratteristica della famiglia Sabellariidae cui questa specie appartiene e si differenzia dalla natura carbonatica dei tubi costruiti dalla famiglia dei Serpulidi. I tubi possono raggiungere la lunghezza di 20cm e un diametro esterno di 5mm. Per questo motivo si insediano su substrati duri a condizione che nell’ambiente circostante ci sia la sabbia. Per quanto riguarda la dimensione media del sedimento usato, alcuni studi hanno dimostrato che i tubi dell’animale sono costituiti essenzialmente da sabbia media (0,2-0,5 mm), con granelli di forma arrotondata e ben levigati, mediamente classato. Sembra che sia l’anatomia dell’animale, in particolare la grandezza dell’organo costruttore, la causa principale di questa scelta selettiva dei granelli di sabbia. Poiché la grandezza dell’organo costruttore è legata linearmente e direttamente con la crescita dell’animale, anche l’evoluzione granulometrica del tubo tende a seguire l’età dell’animale, variando soprattutto dal primo al terzo anno di vita e poi stabilizzandosi ad un diametro compreso tra 0,4 e 0,7mm. Comunque, tale selezione da parte dell’animale non impedisce l’uso di una sabbia di granulometria differente, quando i disturbi locali e le condizioni idrodinamiche sono tali da mettere a disposizione un sedimento con caratteristiche che si discostano dal range ottimale; l’unica condizione è che i granuli siano minori o uguali alla grandezza dell’organo costruttore. Vivono lungo coste moderatamente aperte ed esposte all’azione delle correnti, laddove l’idrodinamismo sia tale da mettere in sospensione la sabbia. Gli animali vivono all’interno dei tubi, dai quali fuoriesce un appariscente pennacchio formato da una corona (di solito composta da due parti semicircolari) di filamenti branchiali, che portano ai lati dei sottili cirri, le pinnule, a loro volta ciliati. Attraverso il movimento delle ciglia si crea una corrente d’acqua che viene filtrata dall’intreccio delle pinnule dove vengono trattenute tutte le particelle in sospensione. Il pennacchio ha, quindi, una duplice funzione: respiratoria e trofica.
Come accennato precedentemente, questi organismi creano delle strutture biogeniche date dall’aggregazione dei loro tubi. I singoli tubi si accrescono in verticale e nuovi individui si aggiungono lateralmente o in strati sovrapposti in modo che la struttura si accresce in modo massivo. Questo processo è possibile grazie al fatto che i Sabellaridi hanno escogitato un interessante sistema per garantire alle larve di insediarsi sui tubi degli adulti. Gli adulti, infatti, emettono particolari sostanze che stimolano e inducono l’attecchimento delle larve stesse in prossimità dell’adulto, un sistema molto efficace usato anche da altri organismi gregari, come i balani. I tubi crescono formando costruzioni rotonde a forma di cuscino, in zone caratterizzate da forti correnti; questi si allungano nella direzione perpendicolare alla corrente principale e, sotto condizioni di idrodinamismo estremo, i tubi possono crescere obliquamente, per portare le loro aperture verso il lato più riparato. In seguito, i tubi che formano i cuscini crescono molto velocemente nella parte inferiore del reef e più lentamente in quella superiore, si formano così barriere che crescono nella direzione perpendicolare alla corrente principale e all’ondazione. Quindi, le barriere possono unirsi e formare piattaforme che crescono lentamente, spesso ricoperte di alghe. Infine, le strutture si evolvono in veri e propri banchi, le cui orientazioni possono dipendere dalla forma del substrato o dal regime idrodinamico , indipendentemente dal substrato. Il sedimento, che si muove trasportato dalle correnti, rimane intrappolato in queste strutture-filtro e ritorna sul fondale sabbioso quando i reef vengono erosi.
I REEF
I reef a Sabellaria subiscono, nel tempo, cambiamenti strutturali secondo un ciclo che comprende diverse fasi: fase di insediamento primario, fase di crescita, fase di stagnazione, fase di distruzione. Le differenze delle strutture e della morfologia delle scogliere sono dovute principalmente alla fase di sviluppo e alle condizioni ambientali. La fase è il risultato di un bilancio costantemente disturbato e precario tra fattori fisici e biologici. Forze idrodinamiche, temperatura, condizioni ambientali locali, quali la topografia del fondale e la chiarezza dell’acqua, sono i principali fattori fisici che possono influenzare positivamente o negativamente lo sviluppo delle scogliere. I principali fattori biologici sono la riproduzione e il reclutamento di larve pelagiche. Il disturbo antropico (attività di pesca e calpestamento) contribuisce ai cambiamenti della topografia della superficie delle scogliere. Questo danno contribuisce, a sua volta, ad un aumento dello sviluppo di microambienti liberi e aperture, normalmente dovuto alla diminuzione del numero di individui e ai lineamenti superficiali della scogliera erosa.
L’ECOSISTEMA
Le scogliere biogeniche possono avere importanti effetti in base all’ambiente fisico e chimico. Importanti influenze che essi conferiscono al loro ambiente possono includere la stabilizzazione della sabbia, delle ghiaie e delle pietre; i tubi di questi organismi forniscono un substrato duro per l’attacco di organismi sessili; possono fornire una diversità di fessure, superfici e sedimenti per la colonizzazione e il rifugio, possono accumulare feci, pseudofeci e altri sedimento che sono un’importante fonte di cibo per altri organismi. E’ possibile che le scogliere siano habitat molto produttivi dominati da filtratori, in un ambiente che potrebbe essere molto meno produttivo in loro assenza. La stessa specie chiave sarà predata e costituisce la base di una locale catena trofica. Le scogliere biogeniche sono, di conseguenza, molto importanti per il funzionamento ecologico dell’habitat in cui si trovano. Tra gli organismi associati ai banchi a Sabellaria sono documentate sia forme sessili, quali alghe incrostanti, altri policheti, molluschi , briozoi e ascidiacei, sia forme vagili , quali policheti, crostacei peracaridi, tanaidacei e anfipodi. Una fauna ricca e diversificata è tipica di reef in uno stato di conservazione quasi discreto, mentre popolamenti più poveri sono associati a reef in uno stato di conservazione migliore. Ciò è in accordo con la fase del ciclo di sviluppo del reef. Lo stato di conservazione dei reef è definito attraverso l’analisi delle seguenti caratteristiche morfologiche: % de tubi con collaretti di sabbia intorno all’apertura, stato della superficie del reef (presenza/assenza di porzioni erose e con fessure e buchi), presenza/assenza di epibionti, compattezza del blocco e orientamento dei tubi. Reef con bassa % di tubi con collaretto, presenza di porzioni erose, fessure e buchi, moderata compattezza, orientamento disordinato dei tubi e discreta presenza di epibionti sono reef in fase di degradazione con tendenza al recupero. Reef con % alta di tubi con collaretti, assenza di porzioni erose, fessure e buchi, elevata compattezza scarsa presenza di epibionti e andamento parallelo dei tubi sono reef in fase di crescita. Reef con discreta % di tubi con collaretti, assenza di porzioni erose, fessure e buchi, buona compattezza, andamento parallelo dei tubi ed elevata presenza di epibionti sono reef degradati in un avanzato stato di recupero. Esiste poi una relazione inversa tra la densità di Sabellaria e l’abbondanza e diversità della fauna associata. Quando Sabellaria è fortemente dominante lascia poche possibilità agli altri organismi sospensivori di colonizzare le formazioni a causa della competizione per il cibo e anche perché si nutre delle larve presenti nell’acqua impedendone l’insediamento. Nelle formazioni in cui la densità è minore, l’alta complessità strutturale dovuta alle cavità e ai tubi rimasti vuoti, facilita l’insediamento di altri organismi sia sospensivori che di altri gruppi trofici. Questi animali, essendo filtratori, svolgono un ruolo importante anche in termini di biorimediazione dell’acqua, rimuovendo sedimento e particolato dell’acqua, anche se, vivendo in ambiente molto dinamico, questa capacità ha una ricaduta ecologica più limitata. Infine, questa specie costituisce un marker di differenti condizioni ambientali.
I singoli vermi vivono da tre a cinque anni, eccezionalmente fino a nove anni, ma i reefs possono durare più a lungo come risultato di un ulteriore insediamento di vermi sulle colonie esistenti. La variazione della topografia superficiale e dell’eterogeneità spaziale può spiegare insolite associazioni di specie che costituiscono un’endofauna molto singolare associata al reef. Le influenze antropiche, in particolare disturbi meccanici dovuti ad attività di pesca, mostrano un costante aumento e potrebbero avere un serio impatto sulla diversità delle specie associate e sulla stabilità ecologica del reef, nonostante sia possibile una ricolonizzazione nelle aree degradate del reef.
Anna Angrilli
BIBLIOGRAFIA
-Enciclopedia Treccani
SITOGRAFIA
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