Anadara transversa e Styela plicata
Le mareggiate di questi giorni degli ultimi periodi hanno fatto arrivare in spiaggia delle conchiglie con delle strane formazioni sopra. Le conchiglie più colonizzate sono della specie Anadara transversa e lo strano agglomerato presente su di esse è una ascidia, precisamente Styela plicata.
Entrambe sono specie aliene, ossia specie che sono state introdotte dall’uomo in maniera volontaria o involontaria in un luogo al di fuori dell’areale in cui vivono naturalmente.
ANADARA TRANSVERSA
Anadara transversa (Say, 1822) vive su fondali sabbiosi e fangosi fino ad una profondità di circa 20 metri fissandosi con il bisso anche su altri organismi. La conchiglia è robusta e di forma simile ad un rettangolo, con le due valve leggermente diverse. La colorazione è biancastra con sfumature marroni più o meno evidenti. La lunghezza è di circa 2 – 2,5 cm. È originaria della zona dell’ Indo – Pacifico (probabilmente del Mar della Cina se si vuole essere più precisi) ed è stata segnalata per la prima volta nel Mediterraneo in Turchia nel 1972 e successivamente in Grecia nel Mar Egeo settentrionale (Baia di Salonicco e Golfo di Thermaikos), con popolazioni di notevole densità in corrispondenza di ambienti piuttosto degradati. Negli anni 2000 sono iniziate le prime segnalazioni nel mar Adriatico occidentale, in corrispondenza di Ancona, Cesenatico e Venezia, per poi arrivare anche lungo le coste pugliesi. Attualmente si rinviene regolarmente spiaggiata, anche in grandi quantità, lungo le spiagge. La specie sembra essere stata introdotta in modo accidentale, tramite i traffici marittimi. Le recenti segnalazioni in acque italiane espandono notevolmente il suo areale mediterraneo verso nord e verso ovest, anche se non si dispone di sufficienti dati per prevedere la futura dispersione della specie, che potrebbe diffondersi tanto per graduale colonizzazione spontanea di nuovi siti quanto per ulteriore apporto antropico.
STYLEA PLICATA
Styela plicata è un tunicato della classe Ascidiacea. La tunica di questo tunicato è soda e spessa, di colore bianco o marrone chiaro con zone più rosate ed è divisa verticalmente da solchi. I due sifoni, che servono per l’entrata e l’uscita dell’acqua, sono corti, con le aperture in alto diseguali e ricurve. È un organismo solitario che aderisce alle diverse superfici dure, incluso i gusci di bivalvi. Si nutre filtrando la sostanza organica, batteri e fitoplancton che si trovano in sospensione nell’acqua. Può provocare danni all’acquacoltura appesantendo le strutture e competendo per lo spazio e il cibo con i molluschi allevati. È originaria dell’oceano Pacifico occidentale ma al giorno d’oggi la si può trovare in gran parte del mondo, mar Mediterraneo compreso. Anche questa specie sembra essere stata introdotta in maniera involontaria a causa dell’intenso traffico marittimo.
Testo e foto di Francesca Trenta e Matteo Ferretti.