NASCITA DI TARTARUGHE MARINE SU UNA SPIAGGIA DI ROSETO DEGLI ABRUZZI
Si tratta di un evento eccezionale monitorato dal Centro Studi Cetacei Onlus e dall’AMP Torre del Cerrano
Ieri mattina, lungo spiaggia di Roseto degli Abruzzi, è stata trovata una tartaruga marina (Caretta caretta) appena nata. Era vigile, attiva e vitale. E’ stato il segnale che ha fatto scoprire una intera deposizione di uova che si stanno schiudendo. Già una quindicina di esemplari hanno preso il mare.
Si tratta di un evento straordinario e rarissimo. In epoca moderna, cioè da quando si è avviata l’antropizzazione massiccia della fascia costiera medio-adriatica, non si ricordano né risultano registrate deposizioni di uova di tartaruga in Abruzzo. Non è da escludere che la tutela che si porta avanti dal 2010 sui fondali dell’AMP Torre del Cerrano abbia influito sull’avvicinamento alle coste di questi animali come non avveniva da molto tempo, come d’altronde è accaduto, in maniera ovviamente ben più visibile, con i delfini.
Per comprendere appieno l’importanza dell’evento, va ricordato che le tartarughe marine sono una specie in via d’estinzione tanto quanto i panda. Questi fattori dipendono sopratutto dalle predazioni delle uova e dei piccoli nati che tentano di raggiungere la spiaggia, sono inoltre sottoposte allo sfruttamento per scopi alimentari ed artigianali, nelle catture occidentali e all’inquinamento.
Questa la cronaca: nella giornata di sabato la signora Giulia De Nigris ha rinvenuto l’esemplare di tartaruga, mentre passeggiava lungo l’arenile di Roseto sud, in un canale di scolo tra gli stabilimenti Papenoo e La Rosa dei Venti; ha subito avvisato le autorità competenti e il veterinario rosetano Settimio Mordenti.
Tramite l’Area marina Protetta Torre del Cerrano sono stati individuati i referenti scientifici più adatti all’operazione. Il comandante Sandro Pezzuto, dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova, ha attivato tempestivamente la catena operativa per il recupero della tartaruga, che è stata trasportata al Centro Studi Cetacei Onlus di Montesilavano, dove è stata presa in consegna dal Direttore sanitario, il noto veterinario e studioso di tartarughe e delfini, Vincenzo Olivieri.
In onore della signora che probabilmente l’ha salvata permettendo di scoprire la nidificazione, si è scelto di dare alla tartaruga il nome Giulia.
Nelle ore notturne tra sabato e domenica grazie alla collaborazione del Direttore della Riserva Naturale Oasi WWF dei Calanchi di Atri, Adriano De Ascentiis, si sono attivate le ricerche in zona insieme ad alcuni volontari tra cui alcune Guide del Cerrano anche di Roseto degli Abruzzi.
Il veterinario Vincenzo Olivieri, unitamente al dottor Massimiliano Pennelli, esperto di cetacei, e altri volontari con il coordinamento della Guida del Cerrano Claudia Borgatti, nella mattinata di domenica hanno provveduto a proteggere e recintare il nido, dove ci sono gusci e uova ancora oggi in via di schiusa.
Il dottor Olivieri ritiene che, con molta probabilità, già all’incirca 15 tartarughe siano nate e transitate in mare sane e salve.
“A memoria non si ricorda una deposizione di uova di tartarughe in una zona così antropizzata, piena di bagnanti, dove transitano anche ruspe – ha detto Olivieri. – E’ da ritenere che si tratti di una femmina nata circa 20 anni fa nello stesso luogo, oppure di una deposizione avvenuta casualmente”.
Oggi è intervenuta l’ordinanza sindacale che interdice l’area e predispone un presidio permanente in attesa della schiusa. “Le azioni di conservazione messe in atto dall’AMP stanno portando benefici a questa specie – ha evidenziato il Presidente dell’AMP Benigno D’Orazio. – Proseguiremo con determinazione nella nostra attività di prevenzione e educazione ambientale, affinché quello che oggi è un evento eccezionale possa tornare ad essere abituale”.
Intanto, l’Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova raccomanda di non avvicinarsi al sito interdetto, di non toccare le uova, sia quelle rinvenute che altre eventualmente avvistate. In quest’ultimo caso, si deve avvisare tempestivamente il numero blu per l’emergenza in mare 1530, segnalando il luogo di rinvenimento che le condizioni delle uova o tartarughe, in modo da attivare la catena operativa.