Via ai primi tre stabilimenti balneari con “caratterizzazione ambientale”
Si tratta delle concessioni Onda e Florida a Silvi e Nelide a Pineto, le prime che hanno scelto il percorso della Carta Europea del Turismo Sostenibile
La volontà di lavorare in un’ottica di sviluppo in collaborazione con l’Area Marina Protetta e la necessità di operare con migliori strutture e maggiore tranquillità. Queste sono le motivazioni che hanno spinto i gestori dell’Hotel “Florida” e ombreggio “Onda” a Silvi del Lido “Nelide” a Pineto e ad intraprendere il percorso per avere la “Caratterizzazione Ambientale” della propria concessione balneare nell’ambito del percorso della Carta Europea per il Turismo Sostenibile (conosciuta anche come CETS).
Si tratta dei primi tre di tanti gestori di concessioni su demanio marittimo che, si spera, vorranno avviare tale cooperazione nel progetto “Cerrano Torre d’Europa”.
Partito nell’ottobre scorso con il convegno nazionale tenutosi a Pineto della Biennale Habitat, il progetto “Cerrano Torre d’Europa” vuole sposare il percorso della CETS in un ambìto esteso che comprende, oltre l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, anche le Riserve Naturali del Calanchi di Atri e del Borsacchio a Roseto nonchè i territori limitrofi di queste tre splendide aree protette del comprensorio del Cerrano.
Si tratta di un progetto ampio che coinvolge su più tavoli, organizzati per forum tematici, tutti i portatori di interesse del comprensorio che in qualche modo hanno a che fare con il turismo. Ad oggi si sono svolti, dopo l’appuntamento plenario dello scorso ottobre, molti incontri relativi alle materie legate al commercio, al settore alberghiero, con le associazioni ambientaliste, nel settore della piccola pesca, con le istituzioni territoriali e con i gestori degli stabilimenti balneari e con le loro associazioni di riferimento.
Proprio su quest’ultimo settore, quello della gestione delle concessioni balneari, il progetto prevede, tramite una convenzione già siglata con le tre associazioni di categoria più rappresentative (FAB –Federazione Autonoma Balneari –CNA; FIBA –Federazione Italiana Imprese Balneari –Confesercenti, SIB –Sindacato Italiano Balneatori –Confcommercio), un sistema di “caratterizzazione ambientale degli stabilimenti balneari” che, oltre ad essere il percorso individuato per il riconoscimento della CETS, si sta rivelando lo strumento potenzialmente più utile per attuare una forma di deroga alla Direttiva Bolkestein, avviando un rapporto fiduciario tra i balneatori che si vedrebbero così riconosciuti i diritti di proroga degli affidamenti e gli organismi di gestione delle aree protette di riferimento che manterranno il controllo sulle attuazioni degli impegni presi al riguardo.
Non a caso tale progetto, si è concretizzato anche in una proposta di legge appositamente studiata dall’Avv. Benigno D’ORAZIO, Presidente dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, congiuntamente con il Prof. Leonardo SALVEMINI, docente di diritto dell’Ambiente al Politecnico di Milano e dalla P.ssa Rita Tranquilli LEALI, docente di diritto del Mare all’Università di Teramo, stata sposata tra l’altro dalla Federparchi per essere portata a livello nazionale ed estesa a tutte le 30 aree protette nazionali marine ed alle centinaia di Riserve naturali costiere esistenti in Italia.
Il Consorzio di gestione dell’AMP Torre del Cerrano negli ultimi due anni ha migliorato di molto le tecniche e le conoscenze inerenti le modalità di gestione di concessioni balneari con indirizzo di tutela ambientale assumendo in proprio la gestione di due ombreggi: Chalet del Parco a Pineto e Capodoglio Beach a Silvi.
L’esperienza maturata gestendo in maniera sostenibile tali due realtà abbinato ad uno studio della problematica legata alle problematiche normative legate alla Direttiva Bolkestein hanno consentito di avviare l’esperienza della “caratterizzazione ambientale degli stabilimenti balneari” all’interno del processo CETS.
Così, da quest’anno, l’AMP ha potuto affiancare coloro che risultano affidatari di concessioni balneari sul demanio marittimo ricadente all’interno dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano per aiutarli nell’orientarsi verso tematiche di tutela dell’ambiente. In questo percorso ci si si è avvalsi di esperti in tema di Bio-Architettura e di Ingegneria Naturalistica che hanno guidato le scelte di ampliamento, trasformazione o anche semplice manutenzione degli stabilimenti balneari esistenti verso indirizzi utili ad acquisite una caratterizzazione ambientale.
I primi tre lavori di coordinamento ed affiancamento hanno avuto la loro conclusione di recente e con l’approvazione di tre progetti nell’ultimo Consiglio di Amministrazione si è avviato in maniera reale e tangibile sul territorio il percorso del progetto “Cerrano Torre d’Europa”:
L’ombreggio del Lido Onda a Silvi, ha potuto avere un leggero ampliamento laterale dello spazio utile al posizionamento degli ombrelloni a fronte di interventi compensativi di tutela degli ambienti di duna esistenti nella fascia retrostante e nella spiaggia libera adiacente.
La concessione dell’Hotel Florida a Silvi ha invece potuto migliorare i servizi agli utenti con l’approvazione al posizionamento di quattro cabine in legno realizzando nel contempo la delimitazione con paletti e funi dell’area libera limitrofa dove in primavera si registrano importanti nidificazioni di specie di uccelli rari e da proteggere come il Fratino.
Lo stabilimento balneare del Lido Nelide a Silvi ha avuto la possibilità di ampliare la struttura esistente garantendo migliori spazi ai clienti attraverso una ristrutturazione complessiva dello stabile inserendo l’uso di strutture in legno, l’applicazione di sistemi di risparmio idrico ed energetico, attivando forme di gestione più attente all’impatto ambientale e creando, al posto di un’area laterale data in concessione, oggi pavimentata, un intervento di restauro della duna con l’inserimento di piante autoctone che diventi anche un’aula all’aperto per l’educazione ambientale.
Si tratta di tre interventi pilota che raccolgono le tre caratteristiche forme di concessione balneare: semplice ombreggio, realizzazione di cabine o piccoli manufatti di servizio e ampliamento di stabilimenti balneari esistenti.
In tutti e tre i casi si sono sperimentate le forme più adatte di intervento e si sono messe in campo le attività di premialità ambientale che consentono alle imprese titolari delle concessioni di migliorare la propria capacità lavorativa.
Il dispiegarsi completo della formula di caratterizzazione si avrà al momento della stipula di una convenzione da parte delle stesse imprese con l’AMP che si basa sui principi della sostenibilità del turismo moderno. Nelle convenzioni da stipularsi entro e non oltre novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, i concessionari si impegnano a:
– fare propri i principi contenuti nella Carta Europea del Turismo Sostenibile;
– stabilire specifiche intese con l’AMP in ordine ai mezzi meno impattanti per la pulizia delle spiagge ed allo smaltimento differenziato dei rifiuti, ivi compresi quelli provenienti dal mare;
– assicurare specifiche forme di tutela delle aree dunali e delle pinete nonché delle specie animali e vegetali protette;
– prevedere interventi di ristrutturazione del patrimonio esistente utilizzando sistemi di bio-edilizia e di recupero energetico;
– prevedere specifici corsi di educazione ambientale per i turisti con personale qualificato dell’AMP;
– impegnarsi a promuovere e valorizzare i prodotti tipici dei Parchi (quali i prodotti dell’agricoltura biologica e a Km zero con particolare riferimento alla pesca artigianale);
– prevedere specifiche intese con l’AMP ed i Comuni per la migliore tutela delle spiagge libere nell’ottica del rispetto dell’ambiente e della natura;
– promuovere ogni altra iniziativa finalizzata alla sostenibilità ambientale delle attività turistiche ricadenti nelle aree demaniali.
Le convenzioni sono altresì trasmesse al Ministero dell’Ambiente al fine di assicurare il controllo e la rispondenza alle finalità di conservazione e valorizzazione degli ambienti naturali.