Un delfino spiaggiato di fronte alla Torre
La prima segnalazione è venuta nella prima mattinata dalla D.ssa Carla Giansante, dell’Istituto Zooprofilattico Abruzzo-Molise “Caporale”, che ha proprio all’interno di Torre Cerrano le proprie attività portate avanti spesso congiuntamente al Consorzio di gestione del “Parco Marino”.
Sul posto si è recata immediatamente la Guardia Costiera dalle sedi della Capitaneria di Giulianova e Silvi, insieme al veterinario Dr. Vincenzo Olivieri del Centro Studi Cetacei di Pescara ed agli esperti.
Gli esperti hanno con sorpresa constatato che si tratta di una Stenella Striata (Stenella coeruleoalba) una specie piccola e bellissima per i suoi vivi colori, non molto diffusa in Adriatico e rarissima da trovare sottocosta, a differenza dei Tursiopi, altra specie di delfini che invece hanno abituato i turisti dell’AMP alla loro presenza costante.
La morte dell’esemplare, di cui si sono effettuate immediatamente tutte le dovute misurazioni, sembrerebbe risalire a non molto tempo prima dello spiaggiamento visto il perfetto stato di conservazione ed al momento non se ne possono conoscere le cause. L’esemplare è stato portato presso i laboratori dell’IZS “Caporale” per effettuare i dovuti accertamenti volti ad individuare le cause della morte.
Spesso i delfini trovati morti non presentano all’esterno segni della causa del loro decesso perché è nell’apparato digerente che si trova il motivo: sempre più spesso legato alla ingestione di buste di plastica o altri elementi di rifiuto trascinati in mare dai fiumi che i delfini scambiano per pesci, meduse o molluschi come le seppie di cui vanno ghiotti.
SCHEDA TECNICA tratta da Fauna e Flora d’Italia Ministero dell’Ambiente e Tutela Territorio e Mare
Sistematica
Ordine: Cetacei (Cetacea)
Sottordine: Odontoceti (Odontoceti)
Famiglia: Delfinidi (Delphinidae)
Geonemia
La Stenella striata è ampiamente distribuita nelle acque temperate e tropicali di tutto il mondo. Attualmente è il Delfinide più abbondante del Mediterraneo, eccetto la parte orientale, e delle acque italiane, ove è il più frequente, fatta eccezione per l’Adriatico settentrionale e per il canale di Sicilia. Questa situazione si è progressivamente instaurata nella seconda metà del XX secolo: si ritiene che prima la Stenella striata fosse assai meno abbondante, con maggior diffusione e consistenza numerica da parte del Delfino comune, di cui risultano più numerosi i reperti museali risalenti a quegli anni. Anche se il problema non è stato ancora adeguatamente approfondito, è probabile che in larga parte dei mari italiani sia avvenuta una sostituzione tra queste due specie pelagiche. Recenti ricerche sulla morfologia cranica e di biologia molecolare tendono ad avvallare una differenza tra i componenti delle popolazioni dell’Atlantico nord-orientale e quelli del Mediterraneo.
Ecologia e biologia
È un tipico delfino di acque pelagiche profonde ed è perciò abbastanza raro osservarla vicino alla costa. Sembrerebbe poco sensibile alle variazioni termiche, dato che è presente dalle acque temperato-fredde a quelle tropicali. La Stenella striata ha un’alimentazione molto varia ed è ben adattata alla disponibilità di prede che si presenta nelle differenti zone e stagioni. In Mediterraneo si nutre di Cefalopodi (tra cui le specie dei generi Histioteuthis, Ancistroteuthis, Todarodes), di Pesci (tra cui numerosi sono i Mictofidi) e di Crostacei.
Non esistono dati certi in merito alla consistenza delle popolazioni. Tra il 1990 e il 1991 le stenelle del Mediterraneo sono state colpite da una pesante moria provocata da un’infezione da Morbillivirus, che ha causato la morte di centinaia di esemplari. Dato che non esistevano stime precedenti, non è possibile valutare l’impatto che tale moria può aver avuto sulle popolazioni del Mediterraneo, anche se attualmente sembrerebbe ancora il Delfinide più frequente, con stime di più di 100.000 individui. In genere forma gruppi composti da 10-15 membri, che a loro volta si possono riunire in branchi molto numerosi. A volte viene osservata in gruppi misti con altri Delfinidi o mentre nuota vicino alle balenottere sfruttandone “l’onda di prua” come fa con le imbarcazioni.
Le popolazioni mediterranee sono ancora poco conosciute anche per la biologia riproduttiva. Sembra che le nascite avvengano in prevalenza durante l’estate, dopo una gestazione che dura circa 12 mesi. I neonati sono lunghi circa 90 cm e vengono allattati per più di un anno. Nelle popolazioni oceaniche la maturità sessuale viene raggiunta oltre i 7 anni di età. Le femmine partoriscono con un intervallo di circa 3 anni.
La crescita è molto veloce nei primi mesi di vita, anche se la maturità fisica viene raggiunta oltre i 10 anni di età. La lunghezza degli adulti del Mediterraneo è di circa 2 m, inferiore a quella degli individui oceanici che raggiungono i 2,5 m. L’età massima sembra possa superare i trent’anni. I maschi sono leggermente più grandi delle femmine, ma a parte ciò non esistono caratteri morfologici esterni che differenziano i sessi nell’osservazione degli esemplari in mare.
Status e conservazione
Non esistono dati precisi comprovanti un eventuale declino delle popolazioni mediterranee. I maggiori problemi in questo bacino sono probabilmente causati dall’uomo con l’inquinamento delle acque e con le catture accidentali effettuate con attrezzi da pesca, soprattutto le reti pelagiche derivanti usate per la pesca del pesce spada, nelle quali questi cetacei possono facilmente incappare, con perdita di un elevato numero di individui. Le stenelle delle acque giapponesi sono state per secoli catturate a migliaia ogni anno, con una diminuzione però negli ultimi tempi, ma anche in questo caso non si hanno dati sulla consistenza delle popolazioni.
Alla luce di tutti i problemi emersi, a parte la protezione generica cui è sottoposta la specie, ai fini della conservazione riveste importanza prioritaria uno studio approfondito delle popolazioni del Mediterraneo, parallelamente al problema della drastica diminuzione del Delfino comune, che si ipotizza sia stato in parte soppiantato dalla Stenella nelle zone pelagiche del Mediterraneo, forse per competizione alimentare od altri fattori ecologici ancora non acclarati. La Stenella striata può essere predata dall’Orca (Orcinus orca) (molto rara nel Mediterraneo) e probabilmente dai grandi squali.
Luigi Cagnolaro, Michela Podestà