TORRE CERRANO SEMPRE MEGLIO FRUIBILE
E’ ormai il simbolo non solo dell’Area Marina Protetta, ma anche dell’intero territorio su cui insiste. D’altra parte la Torre è stata utilizzata per molti decenni come punto di avvistamento e dagli anni ’80 è stato accertato che di fronte alla Torre sorge l’antico porto romano di Hatria Picena.
Il fortilizio oggi è parte integrante dell’AMP ed è circondato dal giardino mediterraneo che ospita diverse tipologie di vegetazione ricreando un habitat ideale per la nascita di biodiversità, ormai perse da tempo. Inutile sottolineare, quindi, che si tratta di una grande risorsa per i due comuni che la delimitano, Pineto e Silvi; sia dal punto di vista turistico che da quello naturalistico e ambientale.
Da anni si stanno effettuando lavori di adeguamento al suo interno per migliorarne la funzionalità e la fruibilità, come la realizzazione del Museo del Mare, fulcro importante della Torre e meta di molti visitatori. I turisti aumentano di pari passo all’aumento della sensibilità verso le tematiche sulla riqualificazione e lo sviluppo ambientale.
Ultimamente si è pensato di realizzare una rampa d’accesso in legno per agevolare l’abbattimento delle barriere architettoniche, affiancata da colonnine basse illuminanti color legno in modo da impattare il meno possibile. La luce viene diffusa radialmente evitando l’abbagliamento verso l’alto.
Un altro intervento importante è stato fatto nel giardino d’ingresso/belvedere della Torre, spazio utilizzato per lo più da eventi culturali ed artistici, come mostre, concerti, presentazioni di libri ed opere teatrali, con l’inserimento di cinque segna passo in alluminio calpestabili per accogliere gli invitati con un abbraccio caloroso di luci ed ombre sotto il cielo stellato.
In futuro saranno sostituiti tutti i faretti che illuminano esternamente la Torre con apparecchi a led, cercando di non illuminare la spiaggia, meta preferita delle tartarughe caretta-caretta che depongono le uova sull’arenile e di conseguenza non disturbare le piccole tartarughe che uscite dalla schiusa devono raggiungere il mare seguendo la scia della luna che si riflette sull’acqua notturna.
L’intervento è stato finanziato dal Ministero dell’Ambiente e curato dall’Architetto Gianluca Turilli, Guida del Cerrano, con la collaborazione dell’azienda ICI s.r.l. di Pineto.