PESCA IN AMP, SOLO QUELLA ARTIGIANALE
Alcuni riferimenti sui giornali locali a firma delle Associazioni Marevivo–Delegazione Abruzzo, Lipu Abruzzo e Pro-Natura Abruzzo, ponevano nei giorni scorsi l’accento sulla necessità di fermare all’interno dell’Area Marina Protetta qualunque forma di pesca.
Pur comprendendo le preoccupazioni delle stesse, è necessario fare in questa sede alcune precisazioni per chiarire meglio l’argomento.
La pesca nell’Area Marina Protetta nella realtà è stata enormemente ridotta già nel 2010, quando già con l’istituzione del parco marino è stata vietata qualunque tipo di pesca a grande impatto ambientale con l’uso di draghe idrauliche turbo-soffianti e reti strascicanti e a circuizione.
La piccola pesca artigianale, che è ancora consentita, come in tutte le aree marine protette italiane nelle sole Zone C e D, è di fatto una forma tradizionale di pesca a basso impatto se effettuata secondo le norme.
E le regole entrate in vigore con il Regolamento di Esecuzione e Organizzazione dell’AMP pubblicate lo scorso gennaio in Gazzetta Ufficiale dimezzano le potenzialità di pesca della già piccola flotta di una dozzina di barchette operanti nei Comuni di Pineto e Silvi a cui è riservata la possibilità di pesca in AMP.
La cosa più importante del nuovo Regolamento è però, oltre la riduzione dello sforzo di pesca, il fatto che anche i piccoli pescatori saranno soggetti a specifiche autorizzazioni e parteciperanno, nel limite delle quantità consentite, al monitoraggio della fauna ittica, essendo obbligati a mantenere ora una registrazione del pescato nei vari periodi e modalità consentiti nell’autorizzazione dell’AMP stessa.
Proprio in questi mesi si sta concordando con i piccoli pescatori di Pineto e Silvi la modalità di gestione di questa nuova forma di pesca volta anche al monitoraggio; inoltre è oggetto di candidatura a finanziamento nei nostri uffici, in collaborazione con il Centro Studi Cetacei, l’attuazione di un sistema di dissuasione da sperimentare sulle reti dei pescatori per evitare l’avvicinamento di delfini e tartarughe.
Da ricordare, infine, che compito dell’AMP è quello di regolamentare le attività all’interno del territorio di propria competenza. Il controllo delle attività che si svolgono in mare spetta alla Guardia Costiera-Capitaneria di Porto e a tal proposito bisogna dire che la stessa, negli ultimi mesi, ha effettuato una serie di sequestri tesi a reprimere il fenomeno dell’abusivismo.
Fenomeno, questo, davvero incontrollato ed estremamente pericoloso che è causa di gran parte delle problematiche che le stesse Associazioni lamentano.
E’ stato convocato un incontro dal rappresentante in CdA delle Associazioni di Protezione Ambientale per concordare le migliori formule di gestione delle attività di pesca in vista della applicazione del Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione.