OGGI GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA
Si celebre oggi, indetta dalle Nazioni Unite, la giornata mondiale dell’Acqua a cui l’Area Marina Protetta aderisce non solo perché rappresenta una postazione avanzata per la tutela delle acque e della costa, ma perché subisce in prima persona le conseguenze della mancata sensibilizzazione riguardo al tema. Da dodici anni l’ONU invita le nazioni membri a dedicare questo giorno a espletare le raccomandazioni raggiunte con l’Assemblea generale e alla promozione di attività concrete all’interno dei loro Paesi.
Quest’anno l’argomento su cui concentrare localmente la riflessione riguarda la questione delle acque reflue, ovvero quelle contaminate da attività domestiche, industriali e agricole, che vanno ridotte, depurate e riutilizzate, secondo quanto prescrive l’obiettivo sostenibile 6.3 dell’Onu: “migliorare entro il 2030 la qualità dell’acqua eliminando le discariche, riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue non trattate e aumentando considerevolmente il riciclaggio e il reimpiego sicuro a livello globale”.
Su questo tema da tempo si sta cercando di costruire tra Atri, Pineto e Silvi un sistema di controllo e monitoraggio nell’ambito del Contratto di Fiume senza il quale le competenze a terra per il Consorzio di Gestione dell’Area marina protetta restano limitate al demanio marittimo senza poter intervenire sugli alvei fluviali lungo il loro sviluppo. L’attenzione su questi temi è pertanto elevata e crescente.
Proprio nelle settimane scorse, ad esempio, veniva segnalata dagli uffici dell’Area marina protetta la presenza di liquido scuro nel fosso posto a sud del Torrente Foggetta. Immediatamente, dopo aver rilevato il problema, sia il Comune di Pineto che l’Area Marina Protetta si sono mossi, congiuntamente, per risolverlo. Dopo aver fatto eseguire le analisi per capire la fonte dell’inquinamento, su quel fosso e su altri punti limitrofi con il supporto dell’IZSA&M, si è chiesto alla Ruzzo di verificare la causa dello sversamento, riconosciuto di origine antropica essendo alti i parametri dell’inquinamento organico. La Ruzzo ha individuato il cuore del problema e si sta ora operando per risolvere tecnicamente la perdita intervenuta a causa del danneggiamento delle linee locali provocato dagli scavi in corso.
Ciò che preme ricordare, infatti, è che l’AMP è una prettamente struttura tecnico-scientifica. Così come appare utile ricordare che i problemi lungo il tratto di spiaggia e di mare dell’AMP, possono essere segnalati da tutti, compresi quelli che appartengono a partiti e movimenti senza bisogno di mettersi in mostra con futili polemiche. Anzi crediamo che avvisare le autorità competenti sia un dovere civico. Da parte dell’AMP si continuerà a fare il massimo per cercare di arginare le problematiche legate alla depurazione e al controllo delle acque provenienti dall’entroterra di cui, è meglio ripeterlo, l’Area marina protetta è vittima e non causa.