Il Giglio di Mare, la pianta che nuota
Il Giglio di mare, scientificamente Pancratium maritimum, è una pianta, rara e misteriosa, presente lungo l’intero sviluppo della duna di Pineto e recentementesegnalata a Torre Cerrano dal Professor Antonucci, docente di Padova appassionato di storia e natura e, in particolare della nostra Area Marina Protetta.
Il Giglio di mare appartiene alla famiglia delle Amarillidaceae, e come tutte le specie di questa famiglia nella stagione sfavorevole trascorrono un periodo di riposo completo perdendo tutta la loro porzione fuori terra, fusto e foglie, così da sparire completamente alla vista e resistere così alle temperature ed alle azioni aggressive invernali. Si tratta di una pianta monocotiledone; cioè che al germogliare del seme sviluppano una sola fogliolina, da qui mono-cotiledone.
La pianta all’esterno assume forma di “cespo” che si allarga orizzontalmente, mentre sotto la superficie sabbiosa presenta un bulbo sotterraneo che produce bulbilli, attraverso i quali si riproduce per via vegetativa.
Il fiore è una meraviglia della natura, bianco e con una forma dei petali che ricorda le bellissime orchidee. Si tratta di un fiore “ermafrodita” con impollinazione entomofila produce una capsula contenente molti semi di colore nero. Il vero seme è situato all’interno di una massa sugherosa e leggerissima, che permette il galleggiamento del seme come avesse un salvagente. Le onde delle mareggiate che raggiungono le dune raccolgono i semi dispersi tutt’intorno dalla pianta e li disseminano, grazie alle correnti, in altri punti della costa, anche lontanissimi, favorendo la disseminazione in nuovi territori. E’ per questo che tale disseminazione, molto
originale come mezzo utilizzato, la navigazione, è chiamata “idrocora”. E’ una formula dottata da questa ed altre poche specie, tra cui la più famosa è la disseminazione delle noci di cocco attraverso il mare che consente alle piante di distribuirsi tra molte isole.
Questa pianta, per quanto bella è altresì velenosa e la sua fioritura avviene dal 15 luglio a fine agosto, quando, sul finire dell’estate si vedono le capsule verdi contenenti i semi; a settembre le capsule assumono sfumature marroni e lasciano intravedere all’interno i semi neri destinati a cadere al suolo e prendere la via del mare.
La pianta è presente lungo tutta la duna dell’Area Marina Protetta ed esiste una consistente fioritura all’interno del giardino della Torre, nella zona settentrionale. Per chi lo visitasse trova la zona di fioritura segnalata, con tavola lignea e nome (allestimento curato dal Professor Antonucci) ed è invitato naturalmente a fotografare i fiori e a respirarne il profumo ma si raccomanda di non cogliere o danneggiare le piante in alcun modo.
Nel disegno si scorgono il bruco del lepidottero notturno “Brithys crini” che si nutre di questa pianta, la Formica leone “Neurottero” che scava piccole buche sulla sabbia e cattura gli insetti che vi cadono e la Mantide religiosa o “Mantis religiosa”.