DI NUOVO I FANGHI DI ORTONA
Ci risiamo con il progetto di scarico in mare di rifiuti del Comune di Ortona. L’idea che del materiale non più utilizzabile debba essere gettato in mare, come se quest’ultimo fosse una discarica, continua a essere proposta in Abruzzo, nonostante ormai in qualunque luogo, palconscenico, incontro, summit internazionale si continui a dire che la salvezza dei mari e degli oceani, soprattutto da rifiuti e inquinamento, sarà la grande sfida del nuovo millennio.
Per superare l’opposizione dell’AMP Torre del Cerrano e delle associazioni di protezione ambientale operato nei mesi scorsi, di cui si è già dato notizia in queste pagine, il Comune di Ortona ha fornito al Comitato regionale VIA (Valutazione Impatto Ambientale) delle integrazioni al progetto di escavo del proprio porto. Progetto in cui ricordiamo che è previsto che i fanghi siano gettati in mare di fronte a Città Sant’Angelo-Montesilvano, esternamente ma non lontano, dai confini dell’Area Marina Protetta e Sito di Interesse Comunitario “Torre del Cerrano”.
Il Comitato VIA regionale ha immediatamente iscritto la discussione di tali documenti nella seduta di domani, giovedì 9 novembre 2017 ma, così facendo, dopo aver bloccato la valutazione nella precedente seduta per le osservazioni presentate dall’AMP, non ha poi lasciato il tempo necessario per effettuare una valutazione approfondita di quanto presentato.
L’AMP Torre del Cerrano ha rinnovato allora l’invito a non approvare quella parte di progetto in cui è previsto lo scarico in mare degli oltre 300mila metri cubi di materiali o, perlomeno, di rinviare ogni decisione nel merito per consentire una verifica di quanto presentato dal Comune di Ortona.
Da una analisi sommaria del materiale disponibile sul sito della Regione Abruzzo emerge, infatti, che mancava, per ammissione degli stessi progettisti, una reale valutazione tecnica dei potenziali effetti di disturbo, diretti ed indiretti, dell’immersione dei sedimenti rispetto al Sito di Interesse Comunitario “Torre del Cerrano”. Ora, per poter almeno monitorare ciò che accadrebbe, sarebbe stata prevista una specifica attività di campionamento periodico nel sito di immersione, ante-operam, in corso d’opera e post-operam, con uno specifico punto di monitoraggio dedicato a valutare i possibili disturbi per l’AMP e SIC Torre del Cerrano. L’adozione poi di alcune misure di mitigazione ambientale riguardo alle attività di sversamento in mare dei sedimenti dovrebbe, secondo i relatori del progetto di Ortona, ridurre gli impatti.
Il progetto, quindi, grazie alla azione dell’AMP Torre del Cerrano può dirsi già notevolmente migliorato ma dato che l’autorizzazione all’immersione andrà comunque sottoposta ad un’ulteriore e apposita procedura autorizzativa della Regione Abruzzo, Servizio Gestione Rifiuti, si ritiene opportuno che sia lo stesso Comitato VIA, sin da questo momento a rinviare ogni decisione perché, sia il progetto di Ortona che l’individuazione del sito di deposito, siano sottoposti alla dovuta Valutazione di Incidenza Ambientale. Ciò sarebbe quanto mai opportuno che avvenisse attraverso una Conferenza di Servizi che consenta di valutare tutte le ipotesi alternative, tra cui il recupero dei materiali senza alcuno scarico in mare.
L’AMP Torre del Cerrano chiede al riguardo, infatti, fin dall’inizio, di trovare strade alternative al deposito in mare. Non è mai stato valutato, infatti, se le sabbie di escavo possano essere trattate invece di essere considerate subito rifiuto. Ciò perchè, allora, invece di gettare via oltre 300mila metri cubi di materiali in fondo al mare, trasportandola tra l’altro da Ortona a Montesilvano, sarebbe certamente più utile usare la sabbia pulita in loco per i ripascimenti e mandare in appositi siti di recupero il materiale inquinante estratto.
Il Comitato regionale che si occupa di VIA, infatti, è preposto a valutare qualunque possibilità e ipotesi alternativa perseguibile, per cui non può escludersi a priori che tale alternativa sia più utile e, soprattutto, ambientalmente più sostenibile.