Le Tartarughe marine cercano le Aree Protette
Il team di scienziati, coordinati dall’università britannica di Exeter e provenienti anche da Australia, Francia (La Reunion e Guadelupe), Grecia, Indonesia, Isole Cayman, Portogallo, Turchia ed Usa, ha condotto un’analisi globale delle aree di foraggiamento di 145 esemplari di tartarughe verdi (Chelonia mydas) adulte, in 28 siti per la nidificazione, munite di dispositivi per il controllo satellitare, incrociando i dati con le aree marine protette e i loro livelli di salvaguardia secondo i parametri dell’International union for conservation of nature (Iucn).
Questo approccio è stato facilitato dall’uso del Satellite Tracking and Analysis Tool (http://www.seaturtle.org) e dall’integrazione dei dati pubblicamente disponibili sulle Aree marine protette (Amp). I risultati ci mostrano che le tartarughe aggregati nelle aree marine protette istituite sono molte di più di quanto ci si aspetterebbe nel caso si considerino a livello globale (il 35% di tutte le tartarughe erano situate all’interno di aree marine protette) o separatamente o per bacino oceanico (Atlantico 67%, Indiano 34%, Mediterraneo 19%, Pacifico 16%). Inoltre, si dimostra che la dimensione, il livello di protezione e il periodo di istituzione delle Amp incide sulla probabilità che le Amp contengano aree di foraggiamento delle tartarughe, sottolineando l’importanza di riserve di grandi dimensioni e ben consolidate».