LA STORIA DELLA LIQUIRIZIA ALLA TORRE
La prima pubblicazione sulla liquirizia in Abruzzo a cura di Adriano De Ascentiis sarà presentata alla torre martedì 31 luglio alle 20:30.
Frutto di lunghe ed intense ricerche d’archivio, studi scientifici, interviste e sopralluoghi condotti dall’autore Adriano De Ascentiis, direttore della Riserva Naturale Regionale Oasi WWF “Calanchi di Atri”, il libro “Storia della liquirizia in Abruzzo”, edito da Ricerche&Redazioni di Teramo, rappresenta un interessante viaggio nel tempo che svela per la prima volta l’affascinante storia della presenza, coltivazione e trasformazione della liquirizia in Abruzzo, mettendo in risalto quelle che sono state e sono ancora oggi le valenze storiche ed economiche legate all’utilizzo di questa pianta nel territorio, in particolare nel comprensorio del Cerrano.
Il lavoro sarà presentato martedì il 31 Luglio alle ore 20.30 a Torre Cerrano con la presenza di uno dei maggiori botanici a livello nazionale, il Dr. Aurelio Manzi già ricercatore dell’Università di Camerino, fondatore del Centro Floristico di Barisciano e cultore della materia in vari consessi accademici. La serata si inserisce nel programma “Aperitivo con l’Autore” promosso in collaborazione con l’Associazione delle Guide del Cerrano.
La presentazione presso l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” ha un particolare significato essendo proprio a Silvi, oltre che ad Atri che la lavorazione della liquirizia ha preso piede con il passare del tempo stanziandosi anche con alcune delle realtà imprenditoriali più importanti sul panorama nazionale.
I primi documenti sulla storia della radice dolce in Abruzzo risalgono al ‘400 con toponimi che già allora ne richiamavano la presenza nel territorio di Atri. Da allora le attività legate a questa pianta e al suo utilizzo hanno subìto una veloce ascesa tanto che l’Abruzzo già nell’800 si affermava nel panorama dolciario italiano come una delle regioni più attive nella produzione di liquirizia, capace di richiamare molti forestieri, soprattutto calabresi, che spinti dalla cospicua presenza di questa pianta utilizzavano i territori costieri abruzzesi della stessa Atri, di Silvi, Fossacesia, Casalbordino e Torino di Sangro come terre di conquiste e di imprenditoria. Un entusiasmante excursus in cui si susseguono storie di baronie, racconti di vita contadina, lavori minuziosi, scambi epistolari, messi a punto con costanza e perizia dall’autore, in omaggio anche ad alcuni dei personaggi ricordati nella sezione “Una vita nera”, ripercorrendo alcuni racconti di chi ha vissuto a stretto contatto con la radice, raccolta, trasporto e utilizzo dell’oro nero d’Abruzzo.
L’ingresso è libero e gratuita, e come di consueto, sarà possibile effettuare l’aperitivo con una visita guidata alla Torre ed al Museo del Mare, fino in sommità, con il fascino particolare della visita notturno (Contributo Euro 10,00).