A TORRE CERRANO ACQUA PULITA NONOSTANTE I TORRENTI
Appare chiaro ed evidente a tutti, ora, il fattore positivo del cosiddetto ”Effetto riserva”: ciò che consente di avere i migliori dati sulla qualità delle acque in mare, di fronte Torre Cerrano, a distanza di poco più di un chilometro dalla foce di un torrente, il Cerrano appunto, che dai dati di Goletta Verde appare non i buone condizioni.
Ieri a Torre Cerrano esperti e ricercatori, in occasione dell’incontro “LE ACQUE DEL PARCO MARINO” hanno presentato le attività in corso a cura dell’AMP per cercare di arginare il fenomeno della bassa qualità delle acque dei torrenti che sfociano nell’area protetta attraverso l’attuazione dei progetti rientranti nel Contratto di Fiume del Cerrano. Nell’occasione il Prof. Carlo Cerrano, docente di Biologia Marina all’Università Politecnica delle Marche, ha chiarito bene nella sua relazione la capacità di autodepurazione dei fondali marini e la loro resilienza, quando sono lasciati indisturbati, come avviene all’interno di un’area protetta. Dalle ricerche svolte si è potuto constatare che gli organismi filtratori presenti nei fondali hanno una enorme capacità di filtrazione (si stima 10 litri di acqua in un’ora per un metro quadro di fondale indisturbato) e si è chiarito definitivamente questo fenomeno, per cui a fronte di acque che arrivano sulla costa con pessima qualità attraverso fiumi e torrenti, ritrovano facilmente una condizione di qualità grazie non solo alla diluizione ma anche e soprattutto in forza della capacità filtratrice a poche decine di metri dalla foce.
I risultati in chiaro-scuro presentati da Legambiente sulla qualità delle acque costiere abruzzesi ha allarmato operatori e turisti ma in realtà, in forza di quanto sopra detto, i dati sulla qualità delle acque nell’Area Marina Protetta, rilevati dall’ARTA–Agenzia Regionale di Tutala Ambientale, unico organo ufficialmente deputato dalla legge a verificare la qualità delle acque per la balneazione, sono lusinghieri. Il sito dell’ARTA riporta i dati di tutti i campionamenti effettuati, punto per punto su molti campionamenti effettuati lungo la costa, di cui, ben sei all’interno dell’Area marina protetta Torre del Cerrano. Dei sei punti di campionamento nessun punto ha mai superato i limiti di legge e per i punti più vicini alla Torre la presenza di inquinanti è da anni, costantemente, quasi del tutto assente. Chiunque può tranquillamente consultare tutti i dati raggiungibili anche dal sito dell’Area Marina Protetta al seguente link: http://www.artaabruzzo.it/applications/balneazione/.
Purtroppo i fiumi, torrenti e fossi che arrivano in AMP non si trovano in ottime condizioni e questo, il Consorzio di gestione dell’AMP lo sa bene. Proprio ieri con il Dr. Nicola Ferri si è parlato del Progetto SalvaAcque che prevede un monitoraggio costante da parte dell’Istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise, in convenzione con l’AMP, di Vomano, Calvano, Foggetta, Cerrano, Concio e Piomba, nella speranza di individuare i maggiori punti causa dei valori alterati della qualità delle acque.
I risultati raggiunti spronano a continuare nell’opera di monitoraggio e sensibilizzazione che il nostro Ente porta avanti da anni. Ancor più dopo la diffusione dei dati da parte di Legambiente sul monitoraggio delle acque abruzzesi messo in atto due settimane fa che, confrontato con i dati in possesso degli uffici, conferma la forte criticità ma non è ancora motivo di allarme in termini di limiti alla balneazione. Se effettuata in mare e non direttamente nel fiume.
L’AMP si trova ad essere vittima di una situazione a cui quasi da soli si sta tentando di porre rimedio. A monte le acque non vengono depurate e se non cresce una cultura della salvaguardia, della responsabilità, l’Area Marina rischia di assomigliare sempre più ad una fortino assediato.
La scelta di ospitare proprio a Torre Cerrano la conferenza stampa di Goletta Verde non è stata casuale. Lo ha spiegato in mattinata il Presidente regionale di Legambiente Giuseppe Di Marco: “Vogliamo parlare da qui, con Goletta Verde ormeggiata alle nostre spalle, perché l’unica Area Marina Protetta abruzzese sta lavorando non poco nel campo del turismo sostenibile e in quella inversione della tendenza culturale che riteniamo indispensabile per conseguire i risultati sperati. Qui ci sono i primi esempi di certificazioni di Turismo sostenibile tese a coinvolgere albergatori e imprenditori nella tutela ambientale. Ormai credo si sia compreso che la sostenibilità sia divenuto un brand turistico”.
Queste parole e questi apprezzamenti, in qualche modo ci ripagano degli sforzi e delle piccole battaglie quotidiane che si devono affrontare per far passare il messaggio che la Regione Verde d’Europa non può fare a meno di un turismo eco sostenibile e della cura del proprio territorio.
Nella Tavola Rotonda di chiusura dei lavori in serata, la Presidente dell’Istituto Zooprofilattico Manola Di Pasquale e il Direttore dell’ARTA Francesco Chiavaroli si sono detti sempre più attenti e disponibili a lavorare con l’AMP in questa direzione. La conclusione del Consigliere regionale Luciano Monticelli, ha portato all’attenzione di tutti la necessità di un coordinamento volto alla soluzione di problematiche anche più distanti dalla stretta area protetta ma che si rivolga ad un comprensorio più ampio fino al Vomano ed al Piomba e fino a distanze anche maggiori dalla costa dove, ad esempio, un preoccupante progetto di sversamento di fanghi, provenienti dal porto di Ortona, è in programma nel prossimo futuro.