Ripristini e monitoraggi per gli habitat dell’AMP Torre del Cerrano
Il Ministero dell’Ambiente, lo scorso giugno, nell’ambito del progetto “Ripristino e difesa dell’Habitat Dunale e degli ambienti di Pineta” ha stanziato risorse utili all’Area marina protetta Torre del Cerrano in relazione al fatto che l’alluvione del novembre 2017 ha causato danni agli ambienti protetti.
Gli habitat marini e costieri sono stati influenzati come avvenuto anche con altre mareggiate. Per questo si sta procedendo a rilievi e analisi specialistiche per ottenere informazioni utili a capire i fenomeni e per raccogliere dati utili al monitoraggio che questo Consorzio deve, comunque, effettuare periodicamente. L’intervento si svolge in partenariato con l’Università Politecnica delle Marche, già consultata per la stesura del Piano di Gestione del SIC IT71201215. Questa continuità dovrebbe infatti consentire valutare le differenze tra il prima e il dopo l’alluvione.
Il lavoro dell’Università, coinvolta con entrambi i Dipartimenti di interesse, il Dipartimento di Scienze della Via e dell’Ambiente (DiSVA), per gli ambienti marini, e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali (D3A), per gli ambienti costieri, è affiancato, nell’ambito del IV Report Natura 2000, dalle ricerche in corso di svolgimento da parte del Centro Studi Cetacei, con cui, grazie al bando vinto anch’esso nel periodo primaverile, sulle risorse del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, si esamineranno le situazioni inerenti la fauna marina: Pesci, Rettili (tartarughe) e Mammiferi (delfini). Il coordinamento generale di tutte le ricerche in corso, come deliberato dal Consiglio di Amministrazione il 9 luglio scorso (Del. N.151), consentirà anche di avere la prima Check List delle specie dell’Area Marina Prottetta.
Sono state nel complesso finanziate, oltre alle attività di ricerca e comunicazione, anche agli ulteriori interventi infrastrutturali necessari rispetto a quanto realizzato dai due comuni di Pineto e Silvi, durante l’emergenza, anche in base alle necessità strategiche dell’Area Marina Protetta. Il finanziamento è stato ripartito su più ambiti di intervento, con azioni di monitoraggio, analisi e sistemazione degli ambienti danneggiati, nuovo materiale, segnaletica, anche delle boe ai piccoli pescatori artigianali, e sistemi di controllo della pesca sportiva.
I danni maggiori dell’alluvione in AMP, si sono avuti, comunque, alla foce di due corsi d’acqua che coincidono con i punti di accesso a nord e a sud di Torre Cerrano, dove esistono due aree umide anche di discreto interesse. L’intervento previsto è in qui luoghi di ripristino delle aree di foce, con la sistemazione di sponde e strutture per l’attraversamento. Il progetto lo si porta avanti insieme al Comune di Pineto, per competenza territoriale, che partecipa anche con proprie risorse. In tale ambito si è voluto inoltre contribuire, come era stato previsto con la Delibera del CdA n.127 del 15 marzo 2018, alle operazioni ed agli interventi di pulizia degli arenili. Dal punto di vista della tutela ambientale, per quanto concerne la costa, uno dei danni provocati dalla mareggiata è stato lo spiaggiamento di rifiuti plastici e/o ingombranti, comunque, di origine antropica. Gli interventi di pulizia sono stati accompagnati, quindi, da un attento monitoraggio degli ingombranti in modo da cercare di capire la fonte di tale occupazione degli arenili e coinvolgere le forze dell’ordine se ciò dovesse discendere da un non corretto uso degli stessi oggetti spiaggiati. Lo studio di linee guida utili ad intervenire in situazioni di emergenza ha portato alla Delibera del CdA n.155 del 3 agosto 2018 da cui partire per cercare di risolvere il problema alla base.
Le attività di manutenzione, invece, si sono svolte anche con il coinvolgimento del volontariato, così come il volontariato è stato essenziale nel progetto SalvaFratino. La misurazione e censimento delle nidificazioni ed il ripristino delle condizioni per una tranquilla riproduzione primaverile sono state attuate con questo progetto, già approvato con la Delibera del CdA n.129 del 15 marzo 2018, che prevede anche la raccolta dei dati per l’attuazione del IV Report Natura 2000 richiesto dalla UE agli stati membri per tutti i Siti di Interesse Comunitario, anche marini.